L’ODORE DEI FIORI
DI NINO CALABRò
Un basco. Un odore. Un gesto che resta incastrato sotto pelle.
Nel racconto di Nino Calabrò, un basco di Colmar diventa il tramite tra il profumo di qualcuno che va e il vuoto di chi resta. Indossato, stretto, strofinato contro la pelle per trattenerne l’odore, il basco diventa una scusa, un oggetto-fantasma per sentirsi ancora dentro qualcosa che è già lontano. Una storia di corpi adolescenti, fughe, sudori, e quel profumo persistente che resta nelle cuciture, anche quando il resto è già svanito.
Perfetto per chi ama annusare gli angoli degli oggetti come fossero angoli della memoria.
ISTRUZIONI PER LA CURA:
Non lavare mai, per non perdere tracce di profumi improvvisi.
Tenere vicino alla pelle, preferibilmente nella piega del collo.
Appendere sopra vestiti di qualcuno che non torna.
Note d’uso:
Indossare durante danze improvvisate, baci rubati o per sentire ancora l’odore di chi ha lasciato.
Tempo di lettura del racconto: 4 minuti.
Tempo di persistenza dell’odore: variabile e traditore.